Elenco dei contenuti
- 1 Cos’è la festa del Ringraziamento
- 2 Che significato ha il Ringraziamento?
- 3 Cosa si mangia per il Ringraziamento?
- 4 PATATE DOLCI, ZUCCA E MIRTILLI ROSSI (CRANBERRY)
- 5 Il protagonista: il tacchino americano
- 6 Il ripieno, anima della ricetta del tacchino
- 7 Il Ringraziamento in casa italo-americana
- 8 Thanksgiving in casa di irlandesi e ebrei
- 9 ‘Restituire’ nel Thanksgiving Day
- 10 La parata di Macy’s a New York per Thanksgiving
Cos’è la festa del Ringraziamento
Cos’è il giorno del Ringraziamento in America? Perché si festeggia il Thanksgiving Day? Ma a noi, ce ne frega qualcosa? Quest’ultima è la domanda villana che ogni italiano si pone ogni anno quando arriva la fine di novembre, non tanto per quanto riguarda il significato del giorno del Ringraziamento, quanto per il cibo che la tradizione richiede di assaporare in occasione di questa festa.
Il Ringraziamento è l’unica festa nazionale condivisa e celebrata da tutti gli americani, che li accomuna e li unisce più di qualsiasi altra festività. Il giorno del Ringraziamento fa ricongiungere indistintamente le famiglie di tutti gli Stati Uniti. Nessun americano si perderebbe il Thanksgiving in famiglia per niente al mondo. Festeggiare il Ringraziamento non ha a che fare con la religione a cui appartieni, il gruppo etnico, le credenze, la politica oppure con una guerra o una liberazione. Se in Europa è il Natale la festa della famiglia, quella che recupera i figli ribelli, che ricongiunge cugini scomparsi, che riunisce suocere reiette a nuore indisponenti, che fa tornare gli emigrati al paese natio per festeggiare con i parenti, in America questa festa è il Ringraziamento.
Il giorno del Ringraziamento è il Natale americano. Se si guardano i numeri, infatti, ci si rende conto che il Natale non può coinvolgere tutta la popolazione degli Stati Uniti composta da grandi gruppi di religioni che non lo festeggiano.
Qui parlerò della storia e del significato del Ringraziamento in America, della tradizione culinaria americana e delle mie esperienze come ospite in case di americani puri, di italo-americani e in una casa di irlandesi e ebrei, in questo giorno. Passare il giorno del Ringraziamento in casa di qualcuno, rivela tanto della cultura a cui questi appartiene.
Che significato ha il Ringraziamento?
Qual è la storia del Ringraziamento in America? Nella tradizione antica, questa celebrazione intendeva essere un ringraziamento alla terra. Si ringraziava per la caccia, il raccolto, si benediceva l’intero anno e si facevano riti propiziatori per riuscire a sopravvivere il duro inverno. Si celebrava già in Inghilterra ai tempi di Enrico VIII ed è una festa particolarmente ricca di leggende e simbolismo. Il Thanksgiving americano è basato su fatti avvenuti nel 1621, quando si racconta che la grande festa del raccolto sia stata condivisa tra i Pellegrini inglesi di Plymouth e il popolo dei Wampanoag, una tribù di indiani d’America della costa est che è tuttora in vita e riconosciuta.
LA STORIA RACCONTA CHE nella cittadina di Plymounth i coloni inglesi, usciti a caccia di tacchini con la speranza di cacciare anche le più succulente oche e anatre, in un giorno abbiano ucciso tanta selvaggina da sfamare l’intera comunità per una settimana. Successivamente, circa 90 Wampanoag fecero un’apparizione a sorpresa alle porte dell’insediamento dei 50 coloni, (notare l’importanza dei numeri indicati in ogni fonte), dimostrando una certa insistenza. I due gruppi finirono per socializzare e nei giorni successivi i Wampanoag contribuirono alla festività con carne di cervo, pesce, anguille, crostacei, stufati, verdure e bevande. Gli uomini spararono insieme, corsero e bevvero alcolici, cercando di districarsi nel comunicare tra l’inglese e la lingua Wampanoag. Fu un momento caotico e sregolato, che però suggellò una sorta di trattato tra i due gruppi che durò fino alla guerra di re Filippo (1675-76), in cui centinaia di coloni e migliaia di nativi americani persero la vita.
Dato che la storia non indica un giorno preciso per un evento preciso, la festa non ha una data fissa. Ogni anno il Ringraziamento in America viene celebrato l’ultimo giovedì di novembre.
Cosa si mangia per il Ringraziamento?
Innanzitutto bisogna dire che mentre in Italia esiste normalmente una mamma o una nonna che nelle festività, per giorni e giorni, cucina per tutto il parentado allargato, nel giorno di Thanksgiving in America esiste la tradizione di trovarsi in tarda mattinata e cucinare insieme. Di solito si cena nel tardo pomeriggio, con quello che viene chiamato, in base all’orario, un ‘late lunch’ o un ‘early dinner’. Nei primi anni a New York, sono stata invitata a dei Thanksgiving ‘gentrificati’, in cui pochi americani si scontravano con i tentativi di europei e latini di mettere insieme il pasto del loro giorno più importante dell’anno. Gli americani si preoccupavano di preparare le pietanze tradizionali. Sul tavolo del Ringraziamento americano non possono infatti mancare i seguenti ingredienti:
PATATE DOLCI, ZUCCA E MIRTILLI ROSSI (CRANBERRY)
I mirtilli rossi però, non hanno nulla a che fare coi normali mirtilli. La loro giusta denominazione botanica è ossicocco o mortella di palude, un tipo di bacca che cresce appunto in zone paludose e che non si trovava in Italia fino a poco tempo fa, molto amara e non consumabile cruda. Con questi ingredienti e con l’aggiunta della crema di marshmallow si compone la casseruola di cranberry, quindi con cottura al forno, più dolce che salata, completata da estratto di vaniglia, farina e zucchero di canna. Gli stessi ingredienti sono così fondamentali da essere sparsi in diverse pietanze e vengono usati anche singolarmente per creare la salsa di mirtillo rosso, responsabile di insaporire la fetta di petto di tacchino e il purè di patate dolci. Per la preparazione della prima, basterà far riscaldare in un tegame alcuni di questi frutti freschi, aggiungere del succo d’arancio, a piacimento dello zenzero e buccia d’arancia grattugiati insieme ad abbondante zucchero di canna per ammorbidire il gusto aspro del frutto. Questa salsa dovrà essere poi servita fredda. Per la preparazione invece del purè di patate dolci, oltre a burro e latte, andranno aggiunti, aglio, salvia fritta e pana acida.
LE PAGNOTTINE FATTE IN CASA CON SALVIA E BURRO sono un’altra specialità tradizionale, insieme al ‘corn bread’, pane di mais, anche questo piuttosto dolciastro, carote glassate con zucchero di canna, e infine le gettonatissime torte: la torta setosa di zucca e torta di noci. Quando mi è capitato di gustare il pasto tradizionale del giorno del Ringraziamento in case al cento per cento americane, le pietanze sopra indicate erano tutte rigorosamente presenti e indicate non solo come cibo di buon auspicio ma anche, al contrario, con un’accezione scaramantica negativa, se non consumate. Per esempio, una volta capito che la casseruola non faceva per i miei gusti, quando ho meschinamente tentato di schivarla, la nonna della famiglia, con sguardo di gazzella mi ha individuato e elencato una serie di possibili sfortune che sarebbero potute incombere sul mio anno futuro. Ho dovuto cedere e trangugiare.
Il protagonista: il tacchino americano
Il pasto americano include naturalmente il tacchino come pietanza principale. Migliaia di ricette invadono il web nelle settimane precedenti al giorno del Ringraziamento. Così come migliaia di prodotti preconfezionati e tacchini già belli cotti e rimpinzati sono acquistabili online per essere infilati nel forno qualche ora prima dell’arrivo degli ospiti. Se invece si sceglie di cucinarlo, come fanno ancora più del 90% degli americani, tutto comincia col peso della bestia in relazione alla cottura, che deve essere meticolosamente calcolato. Di solito si considera una libra e mezzo per persona, circa 700 gr. Se però si dovessero avere a cena più di 10 persone, per cui il tacchino dovrebbe superare i 7 kg, viene da tutti sconsigliato vivamente di cucinare un ‘bird’ come lo chiamano loro, che sia superiore a questo peso. Sarebbe impossibile realizzare la giusta cottura. La cottura è infatti una delle cose più complicate, frutto di calcoli aritmetici astrusi e improbabili. Qui non si può fare un calcolo al chilo. Per 7 kg di tacchino vanno considerate circa 4 ore di tempo, ma il segreto è avere a disposizione l’oggetto magico, il termometro, che va impunemente ficcato nel petto altezzoso dell’animale e che rivela il raggiungimento della cottura perfetta. Altra cosa importante da tenere in considerazione è la famosa preferenza per la carne bianca o per quella scura del tacchino. Se uno sa quale delle due i propri ospiti preferiscono, dovrà comprare tacchini di dimensioni adatte a soddisfare questa importante esigenza. Il tacchino arrosto, però, non è completo della sua identità se non è accompagnato dal ‘gravy’, il sugo derivato dalla cottura del tacchino stesso, l’intingolo al quale vengono aggiunti brodo di pollo, burro e farina.
Il ripieno, anima della ricetta del tacchino
Il ripieno del tacchino è ciò che rende questo uccello gigantesco, rigonfio e rigonfiato appetibile. Altrimenti, diciamoci la verità, il tacchino di cosa sa? Quando i tacchini furono cacciati nei boschi dai coloni inglesi nel 1621 erano certamente saporiti e succulenti, ma oggi, in un’epoca in cui devono essere cresciuti 45 milioni di tacchini per essere venduti ogni anno in occasione del Thanksgiving Day, dobbiamo essere consapevoli che questo possa andare a discapito della qualità. Molti italiani continuano a descriverlo biecamente come polistirolo condito. Il ripieno del tacchino americano è quella cosa per la quale mamme e nonne vanno in competizione e le cuoche di tutta America dispensano segreti tramandati da generazioni. Questo ripieno normalmente contiene cubetti di pane secco, carote, sedano e cipolla, aglio, un mix di erbette, salvia, brodo di pollo e tanto tanto burro. Qualcuno preferisce cuocere il ripieno in forno prima di inserirlo nel tacchino. Qualcun altro aggiunge dei funghi e a volte delle patate, ma per carità nessun’altra verdura. Potrebbero far male.
Il Ringraziamento in casa italo-americana
Quando sono stata invitata in una casa di italo-americani per il giorno del Ringraziamento sono finita proprio nella Little Italy di New York, in una traversa di Mulberry Street. Direi che il femminismo non regnava sovrano in quella casa, dove cinque o sei donne erano ammassate in cucina, in maglietta e code di cavallo, indaffarate e loquaci, e gli uomini erano stravaccati in salotto a parlare, fumare e sbevacchiare. Ma non per questo le signore non si facevano sentire. Di tanto in tanto giungevano urli secchi e acuti che ordinavano ai mariti di andare a prendere qualcosa che mancava, nel seminterrato, nella dispensa, o in qualche altro posto recondito della casa. Perché le donne italo-americane, potrebbero avere il lievito Bertolini comprato nell’unico negozio italiano che lo vende, nascosto in un cassetto del comodino. In questa casa italo-americana, però, il protagonista del pasto non era il tacchino. Gli italiani hanno un po’ riadattato il pasto del Ringraziamento come d’altra parte hanno fatto per molte cose. Innanzitutto, sulla tavola di una famiglia italo-americana in un giorno di festa non mancheranno mai gli antipasti di affettati, che comprenderanno sostanziose soppressate e mortadelle, cose molto costose negli Stati Uniti e i formaggi. Il robusto parmigiano, il salato pecorino, il cremoso e dolce gorgonzola, la mozzarella freschissima e delicata, il taleggio di media stagionatura, insieme a altri formaggi che, alla stregua di pietre preziose, raggiungono il costo di un pranzo a base di ostriche e caviale. E infine, la mitica giardiniera, verdure sotto aceto italiane, una cosa per noi economica e insignificante che invece in America rimane di pregiata tradizione. Poi arriva il ripieno del tacchino all’italiana che invece del pane secco, burro e erbette, è riprogettato con carne macinata di bue, uova, pan grattato e formaggio. Praticamente delle vere e proprie polpette infilate dento all’insapore animale. Non mancherà mai nemmeno la pasta. Impossibile non averla in qualsiasi occasione di festa. E come per magia, i veri protagonisti che scalzeranno dal podio di gran lunga il tacchino ripieno americano, saranno gli abbondanti antipasti e la ricca pasta al ragù.
Per ricette gustose del tacchino al forno siti come giallozafferano e cucinaitaliana aggiungono tocchi che incontrano meglio il gusto italiano e rendono questo volatile arrostito, dal mio punto di vista, più appetitoso.
Thanksgiving in casa di irlandesi e ebrei
Per molti anni, sono stata invitata per Thanksgiving a casa di amici in una bellissima villetta del Connecticut. Entrambi nati in America, la moglie è di famiglia irlandese di 8 figli e il marito di origine giudea dell’Europa dell’est. A tutto ciò che viene servito nel Thanksgiving americano, la fantastica cuoca irlandese aggiungeva carne di bue cotta al forno, che potevano andare dalle costate, alle bistecche o ai filetti di manzo. In questa casa ricca di calore famigliare, non è mai mancato dell’ottimo vino e nemmeno una varietà incredibile di cose di colore verde, quindi verdure, rare su molte tavole americane. Anche qui, gli antipasti comprendevano una selezione eccezionale di formaggi ed è qui che ho assaggiato per la prima volta il famoso Stinky Bishop, cioè il Vescovo puzzolente. Si può immaginare l’odore di questo formaggio che supera per tanfo il gorgonzola. Le torte erano di cioccolato, di crema e veniva servito sempre anche del gelato. La tradizionale torta di zucca esisteva sul buffet dei dolci, ma non mi è mai sembrato avesse conquistato molti fan. Il bello di queste giornate era comunque l’interazione tra i famigliari. Considerando i sette fratelli e sorelle della cuoca, si era normalmente quasi 30 persone. Una cosa mai vista in nessun’altra famiglia americana.
‘Restituire’ nel Thanksgiving Day
La parola Thanksgiving è una parola composta da due significati, quello di ringraziare e quello di dare. Per questo, durante questo giorno, non solo si dimostra gratitudine trascorrendo la giornata con le persone a cui si vuole bene, ma si cerca il modo di dare e donare. A New York gruppi e associazioni si adoperano perché anche ai senzatetto venga data la possibilità di gustare un vero e proprio pasto di Thanksgiving. L’idea è proprio quella di essere grati di ciò che si ha e di restituire, in questo caso a chi ha meno di noi. Alcune associazioni a New York cucinano nelle case o nelle loro sedi e si organizzano con mezzi mobili per visitare i senzatetto nelle strade e nei parchi di New York. Ma esistono anche ‘shelter’ o chiese che servono il pasto completo del Thanksgiving. Se si vuole partecipare come volontari per aiutare a servire i pasti e condividere questo giorno con i senzatetto a New York, segnalo le seguenti associazioni e i loro profili Instagram: newyorkcares; citiharvestnyc; citymeals; newyorkhomeless; bowerymission; onecitymission.
La parata di Macy’s a New York per Thanksgiving
Andarci o non andarci? La parata di Macy’s del Thanksgiving è certamente molto suggestiva, ma tutto dipende dalle temperature. In questa parata si sfoggiano pupazzi di dimensioni enormi che volteggiano a decine di metri d’altezza, guidati da esperti burattinai che manovrano i fili di questi mastodontici palloni rigonfi di elio. Sul suolo invece, ballerine in file di centinaia saltellano, ondeggiano, piroettano; ginnaste si tuffano in spaccate e ruote sorprendenti, majorette inneggiano cori, canzoni, balletti in uno spettacolo coloratissimo e pirotecnico.
Questa parata è stata istituita nei lontani anni ’20 dai grandi magazzini Macy’s che nella piazza di Herald Square a Manhattan ora ricoprono l’intero isolato della 34esima street e Settima Avenue. Il negozio più grande al mondo, così veniva definito Macy’s, creò questa parata non tanto per festeggiare il Thanksgiving, ma per dare il via alla stagione natalizia di compere. In ogni caso, per partecipare e godersi questa parata bisogna mettersi in fila lungo le transenne fin dalle sette del mattino. In certi anni il tempo è clemente, a fine novembre, in altri, come questo, ci sono già temperature freddissime e spesso ci si imbatte in inizi di nevicate. Non consiglio di partecipare a questa parata se non si ha la fortuna di trovare la Indian Summer nel viaggio che si fa per visitare New York nel periodo del Thanksgiving.
Piuttosto, un bel giro per le vetrine già vestite di Natale è molto più appagante e non meno suggestivo.
0 commenti